Ciao Gianfranco! Da quanto tempo lavori in C.M.S. e quale mansione svolgi?
La mia avventura qui iniziò ben 18 anni fa.
Quando arrivai in questa azienda mi ero trasferito da un paio di anni: non fu facile decidere di lasciare la mia terra natia, la Sardegna, e traslocare con la mia famiglia al Nord.
Entrai nel 2003 come esterno, poi dopo un anno e mezzo fui assunto in quella che era la nostra consociata OVP.
Attualmente lavoro presso il reparto Assemblaggio nella nostra sede centrale di Marano, in particolare eseguo il montaggio dei carter e della formatura delle sovrastrutture del nostro cliente Tetra Pak.

Cosa ti piace del tuo lavoro?
Principalmente la buona organizzazione e il dialogo con i miei colleghi.
Mi confronto quotidianamente con i miei collaboratori.
Il nostro obiettivo è quello di essere sempre allineati tra noi per terminare puntualmente le commesse. Fare regolarmente riunioni di reparto ci permette di essere compatti e coesi, e questo contribuisce senz’altro a rendere piacevole e armonioso l’ambiente di lavoro.
Insomma… io al mattino arrivo in azienda con entusiasmo e non è cosa da poco.

Quali sono le maggiori difficoltà nella tua quotidianità lavorativa?
Dover sostituire un collega assente in un momento in cui siamo stretti con le consegne. Oppure, dover risolvere un problema tecnico sulla macchina a ridosso della spedizione.
A volte può capitare.
Ed è in questi momenti che si manifesta quello che rende C.M.S. una azienda diversa dalle altre, è in questi momenti che esce tutto ciò che siamo, perché C.M.S. non rimanda a domani. Abbiamo la capacità di rivedere intere programmazioni giornaliere in pochi minuti per garantire al cliente la massima qualità nei tempi concordati.

Raccontaci il tuo giorno migliore in questi 18 anni di lavoro.
In realtà non mi viene in mente un giorno particolare. Per me è una bella giornata anche quando il mio responsabile mi fa un complimento, mi dà una pacca sulla spalla, mi ringrazia. Un “grazie” è breve, diretto e vale molto più di mille parole, “sparge” carisma e positività.
Penso che la gratificazione sia il punto di partenza per la costruzione di un team solido e propositivo, il motore che ci spinge a dare il massimo per ottenere risultati sempre migliori.

Se dovessi definire C.M.S. con una sola parola, quale sarebbe?
Unicità. Grazie alle competenze tecniche acquisite e alle tecnologie all’avanguardia sviluppate nel corso degli anni, oggi C.M.S. rappresenta un’azienda storica unica nel suo genere.

Cosa sognavi di fare da bambino?
Il mio era il sogno di tutti i bambini: volare! E tanti anni fa ci sono quasi riuscito. Ho frequentato la scuola di volo di Reggio Emilia per diventare pilota di elicottero. Mi sarebbe piaciuto poter continuare in quell’ambito e trasformare il mio desiderio in realtà, poi molteplici motivi mi hanno condotto su percorsi diversi.

Hai un hobby, una passione, un sogno? Raccontaci di te.
Ho un piccolo birrificio artigianale. Amo cimentarmi nella produzione di birra tra le mura domestiche. Fare la birra è un’arte, dentro c’è tutto: ricordi, tradizioni, ingredienti generosi di profumi, saperi e sapori genuini di un tempo. Questo mio grande amore è certamente legato alle mie origini: la cultura birraria è ampiamente consolidata in Sardegna e ha radici molto profonde. È una parte della nostra identità, quasi fosse un elemento dell’eredità culturale dei nostri antichi avi. Una passione? Il mare! Ci sono nato e cresciuto e non potrei non amarlo. Inutile negarlo: ho molta nostalgia della mia Sardegna. Quando nasci in un’isola il mare ce l’hai dentro! Ed è una certezza così radicata che, pur avendo cambiato città, porto ancora con me.

Ti auguriamo di poter tornare presto a salutare la tua amata Sardegna. Ora purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, gli spostamenti sono certamente più problematici. A proposito di Covid: cosa è cambiato in azienda dopo lo scoppio della pandemia?
Ovviamente l’azienda si è dovuta adeguare alle direttive dettate dal governo per cercare di contenere l’espansione del virus. Sono state adottate severe norme igienico-sanitarie e la quotidianità del nostro lavoro è profondamente cambiata: questo clima di tensione e paura ci fa sentire sempre in costante allarme, ma non dobbiamo farci prendere dal panico. Ora la sicurezza di tutti noi è al primo posto e dobbiamo pazientare. Ciò che, dal mio punto di vista, non è cambiato sono i rapporti umani. Fortunatamente con i miei colleghi stiamo proseguendo, nonostante tutto, un bel lavoro di squadra. Continuiamo la nostra collaborazione nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid.
E questo fa bene a tutti, sia a noi che all’azienda.

Abbiamo parlato del passato e del presente. Ora parliamo del futuro: come ti vedi tra 10 anni?
A breve andrò in pensione. Forse sarò scappato al mare?! O forse no.
Sono nonno di due bellissimi nipotini, di 6 e 4 anni, che abitano qui, perciò in tutta onestà sarà molto improbabile che mi allontanerò da loro. E se anche io trovassi il coraggio, non lo troverebbe mia moglie!

Se tu potessi lasciare un messaggio in bottiglia alle generazioni future, quale insegnamento ti piacerebbe fosse recapitato?
Penso ai miei giovani colleghi di reparto. Stanno facendo un ottimo lavoro, ogni giorno danno il meglio per questa nostra bellissima azienda. Io ne ho girate parecchie, e forse come C.M.S. non ce ne sono altre.
Semplicemente direi loro che sono sulla strada giusta.
Continuate così, ragazzi.