– Ciao Anna Lisa! Da quanto tempo lavori in C.M.S. e qual è stato il tuo percorso professionale in azienda?
Dopo aver conseguito la Laurea in Economia, sono stata assunta in C.M.S. a luglio 2006 in Ufficio Amministrazione: dapprima come addetta alla registrazione delle fatture poi, dovendo sostituire una collega durante il suo congedo di maternità, ho iniziato a curare i rapporti con le banche.
Se il mio percorso di studi mi ha permesso di acquisire un’alta specializzazione nel settore finanziario, i numerosi corsi di formazione che ho seguito in azienda hanno contribuito in modo sostanziale ad affinare le mie conoscenze e a sviluppare le capacità di analisi. Grazie al percorso di crescita intrapreso, da circa 9 anni il mio impegno in azienda si concentra principalmente sulla redazione del bilancio, nonché sulla gestione di IVA e altri adempimenti fiscali.
– Cosa è cambiato in azienda dopo lo scoppio del Covid-19?
Se già prima c’era molta attenzione per la sicurezza dei dipendenti, questa è certamente aumentata e sono state messe in atto tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di contagio per la tutela dei lavoratori, ad esempio lo smart working: agevolato dai sistemi informatici di cui l’azienda dispone, si è dimostrato essere a mio parere un’importante innovazione e risorsa per gli uffici, che hanno potuto quindi proseguire a distanza la loro operatività.
– Da quanto tempo sei in smart working?
Da giovedì 12 marzo.
– Quali sono secondo te i vantaggi che lo smart working comporta e quali, invece, le difficoltà?
Un vantaggio è certamente la flessibilità che si può avere: abituata fino a poco tempo fa a spazi e confini abbastanza definiti tra la sfera lavorativa e quella personale, sono dovuta di colpo uscire dalla tradizionale realtà aziendale, trovandomi in questi giorni di reclusione forzata, nell’inedita necessità di fondere – in un unico spazio – vita privata e vita professionale. Per esempio, dovendo seguire mio figlio che è in seconda elementare e ha parecchi compiti quotidianamente da svolgere, mi trovo a dover fare allo stesso tempo da impiegata, maestra, mamma e casalinga! L’emergenza Covid-19 ha quindi cambiato la mia vita di tutti i giorni, portandomi a riorganizzare le mie giornate: mi alzo prima la mattina e spesso lavoro la sera dopo il rientro di mio marito in modo da poter recuperare il tempo che nell’arco della giornata “perdo” per seguire mio figlio.
– Come stai vivendo questa nuova modalità lavorativa?
La sto vivendo positivamente e ad essere sincera sono un pò spaventata all’idea del rientro, o meglio, del ritorno alla “normalità”, proprio perché in casa avverto un forte senso di protezione. Inoltre, per la mansione che svolgo posso dire di riuscire da casa a fare praticamente tutto quello che faccio in ufficio. Certo manca il rapporto umano con i colleghi, il confronto, ma in questa situazione è opportuno a mio parere tutelarsi a vicenda restando lontani.
– Secondo te, cosa possiamo imparare da questa emergenza globale?
Che niente è scontato e nessuno è al sicuro: abbiamo scoperto di essere fragili e vulnerabili in un mondo dove in realtà non ci sono confini. Abbiamo capito che solo a livello globale si può pensare di sconfiggere il virus e la condivisione di una simile situazione ci ha avvicinati.
– Quale sarà la prima cosa che farai quando la nostra vita sarà tornata alla normalità?
Direi più cose: sicuramente abbraccerò i miei cari che in questo periodo di quarantena ho sentito solo via skype (santo internet!!!!).
Poi andrò al mare e giocherò con mio figlio sulla spiaggia!
E una mattina uscirò per colazione: quel cappuccino e quella brioche saranno i più buoni di sempre, perché avranno il sapore di un nuovo inizio.